Intervista a Jacopo Spirei, regista e docente

Jacopo Spirei, romano di origine, fiorentino di adozione, è un regista di Opera lirica di fama internazionale e docente di Opera alla Oslo National Academy of the Arts (KHiO). I suoi prossini impegni  per i primi mesi dell’anno: “Madame Butterfly” a Kaiserlautern, “Lucia di Lamermoor” a Bologna, “Il trionfo del Tempo e del disinganno” a Lisbona, “Hamlet” a Torino.

Abbiamo voluto parlare con lui dei temi che ci stanno a cuore : leadership e giovani.

In un lavoro artistico come il suo quanto conta la leadership?

Moltissimo, il mio lavoro richiede di coordinare un grande numero di persone, sensibilità e risorse. Una buona leadership è una dote essenziale anche se non l’unica. In fondo una rappresentazione teatrale non è molto diversa da un’azienda, in cui tutto deve funzionare in armonia e dove è fondamentale fare squadra. Noi abbiamo meno tempo e quindi tutto deve essere molto rapido e veloce

Quali sono, quindi, le caratteristiche necessarie per amalgamare le diverse personalità e produrre uno spettacolo che valorizzi i singoli e il team?

La creazione di un’opera d’arte e soprattutto di un’opera d’arte teatrale richiede per prima cosa la capacità di ascoltare. Un ascolto profondo prima verso se stessi, e poi verso le mille personalità coinvolte nella produzione, Richiede coraggio, il coraggio di mostrarsi fragili, fallibili, sensibili, ma anche il coraggio di portarsi sulle spalle un grande numero di persone che ripongono la loro fiducia nei tuoi mezzi e nella tua capacità.

Lei è docente, oltre, che artista, quali sono le peculiarità che riscontra nei giovani oggi?

La cosa che adoro del lavorare con i giovani è che loro non sono figli del mio tempo, sono radicati nel futuro, anche lontano, un futuro che per ovvie ragioni anagrafiche non mi apparterrà, ma un futuro che posso contribuire a costruire fornendo gli strumenti per consentire loro di realizzare le personali capacità e idee.

Per me è difficile parlare dei giovani, da giovane ho sempre odiato i vecchi che si permettevano di esprimere giudizi e opinioni su di noi, quindi non lo farò! Posso dire che ho un’enorme stima nei confronti di chi si trova, giovane, a dover affrontare il mondo di oggi, le sue crisi, il suo nichilismo: hanno una sfida enorme davanti a loro, spero che siano capaci di costruire un mondo migliore di come noi glielo abbiamo lasciato.  Alla fine imparo più io da loro che loro da me!

Che consigli darebbe ai giovani che vogliono approcciarsi al suo ambito lavorativo e al mondo del lavoro in genere?

Di provarci, comunque, dovunque, a dispetto di tutto, di abbracciare il fallimento, ascoltarsi, sfidarsi, andare sempre un passo più in là, cercare ogni volta di migliorarsi un pochino, e se la fortuna assiste meglio!