Sandra Ruggeri è l’addetta all’amministrazione e gestione del personale STM S.p.A., un’importante azienda che opera dal 1976 nel settore metalmeccanico. Con lei abbiamo fatto due chiacchiere e affrontato molti temi: dal lavoro alla vita privata al sociale, per capire qualcosa in più del mondo del lavoro, delle sue dinamiche, di come si vive il lavoro, oggi in Italia.
Com’ è arrivata a fare questo lavoro?
Sono un perito aziendale corrispondente in lingue estere, e nell’attesa di iniziare l’università o di prendere l’abilitazione all’Albo consulenti, sono entrata a lavorare alla CNA in attesa di iscrivermi all’università, e alla fine ci sono rimasta per venticinque anni e la nascita di un figlio mi ha impedito di proseguire gli studi. Ho avuto, quindi, l’occasione di entrare in STM dove, invece di occuparmi dei clienti, mi occupo dei colleghi e il lavoro mi piace tantissimo.
Occupandosi di risorse umane come vive il rapporto con i colleghi?
Si ha sempre a che fare con dei casi complessi, ma questo appartiene alla vita, ci sono persone che hanno difficoltà e devi aiutarle, devi dare una mano a tutti nel bene e nel male, in generale è un rapporto positivo ma complesso. Per alcuni colleghi, infatti, diventa difficile avere confidenza con me, perché sono a stretto contatto con il datore di lavoro, con la direzione, quindi può capitare che non sono vista di buon occhio, ma credo che sia umano. Alla fine, però, di solito riescono a capire che sono una collega, anche se a volte, purtroppo, devo prescindere dal rapporto personale.
Quali sono le caratteristiche deve avere chi si occupa di risorse umane?
Obiettività, prima di tutto, equità (devi estraniarti dalla tua opinione personale), e solarità. Quest’ultima dote credo che sia molto importante perché devi andare incontro alle persone e metterle in condizione di comunicarti le loro necessità.
Le donne che lavorano che difficoltà incontrano secondo lei?
C’è ancora poco rispetto della donna e soprattutto poca sensibilità rispetto alle difficoltà che affrontano nel gestire casa e lavoro. C’è ancora mancanza di riguardo da parte di alcuni uomini, specialmente quando si lavora in un contesto misto si può trovare sempre lo sciocco che fa l’apprezzamento e si prende delle libertà. La donna deve ancora combattere contro degli stereotipi, purtroppo.
Si parla molto di donne equilibriste e se n’è parlato soprattutto durante il periodo della pandemia. Lei come ha vissuto questa situazione?
Avevo due ragazzi che andavano a scuola, quindi la cosa era abbastanza impegnativa. Noi per fortuna siamo rimaste a casa solo un paio di settimane perché la gestione da casa era difficile. Appena abbiamo avuto l’autorizzazione da parte del prefetto a ricominciare in presenza abbiamo iniziato a respirare perché a casa avevamo dovuto portare parecchia documentazione. I ragazzi erano in DAD e quindi era tutto molto complesso.
E’ d’accordo sull’idea che una donna deve lavorare il doppio di un uomo per farsi valere?
No, dipende dai contesti, io ho sempre incontrato un equo trattamento, nel senso che se una si merita quello che ha perché lavora sodo alla fine è trattata alla stessa stregua degli uomini.
Questo momento storico molto complesso come lo vive?
Dal punto di vista del lavoro bene, ma dal punto di vista sociale non vedo molte prospettive. Sono preoccupata per i miei figli, anche perché mi rendo conto che la scuola non dà loro gli input positivi necessari a spingerli a perseguire le loro passioni. Loro sono titubanti, non sanno se faranno l’università o meno e sono molto confusi.
Che consiglio darebbe ai giovani che si approcciano al mondo del lavoro?
Imparare il più possibile, essere ricettivi nei confronti di chi ti può dare loro dei consigli, dei suggerimenti, fare tante domande per imparare, con un minimo di umiltà ma sempre molto tesi al risultato, senza perdere la propria personalità. E’ importante avere la propria opinione e ed essere in grado di portarla avanti e di difenderla, ma con rispetto; spesso i giovani fanno fatica ad avere una corretta impostazione, sono troppo confidenziali e questo non va bene.